In una società oppressa dalla crisi economica, schiacciata dalla caduta di ideali e dalla carenza di scopi e valori, gli ambienti di vita sociale e culturale ci appaiono naturalmente depressi e, ancora di più, questo è vero per la scuola.
Difatti, in questo contesto di crisi, la politica dei tagli non ha risparmiato neppure quest’istituzione che, già bistrattata da mille altre problematiche, ora si trova a fronteggiare da sola il disagio dei tanti utenti che vedono quotidianamente leso il loro sacrosanto diritto allo studio, vuoi perché affetti da diversità vuoi perché in situazione di svantaggio.
Intorno a loro, da sempre, ruota una complessa legislazione e una vasta letteratura di proclami più che di verità che, comunque, nulla o poco offrono di concreto, al di là del solito “bla, bla, bla”.
Questo fenomeno certamente non è frutto diretto del momento che stiamo vivendo in quanto già persisteva, sotto altre sfaccettature, nel passato: è come dire cambiano le variabili ma non i risultati.
Però, oggi, a scuola, è più avvertito perché è nei fatti reali la riduzione del personale di sostegno.
E allora che fare?
Ebbene, di fronte ai disagi che stiamo vivendo in questa drammatica congiuntura economica e politica, in qualità di docenti, non ci rimane altro da fare se non adottare, con l’orgoglio professionale che ci contraddistingue, il motto ereditato dalla nostra ex collega, Lina Verde, che soleva ripeterci “Pensamme ’e criature”.
Per non dimenticare tutto questo e continuare a credere nel nostro lavoro, al di là delle chiacchiere che si fanno, dei pseudo-progetti e delle falsate attenzioni, inseriamo sulla sidebar bel nostro blog questo pensiero perché ci accompagni per tutto l’arco dell’anno e ci faccia essere quotidianamente presenti nelle nostre classi ai bisogni umani e formativi di tutti e di ciascun nostro alunno.