martedì 4 aprile 2017

Grotte di Pertosa: la gita scolastica raccontata dagli alunni… (testo collettivo di classe)

 (testo collettivo di classe)
Grotte di Pertosa

 La gita scolastica raccontata dagli alunni...

Ieri mi sono svegliato con un’euforia incredibile, perché non vedevo l’ora di andare in gita, alle Grotte di Pertosa.
 E’ stato un giorno speciale!
Siamo saliti in pullman e la maestra ha fatto l’appello: c’eravamo tutti! C’erano con noi anche 10 mamme.
Siamo partiti dalla stazione di Vico Equense, alle ore 8,30.
Fuori, dal finestrino, abbiamo visto tanti bei paesaggi: colline, pianure e montagne.
Nel pullman, per tutto il tempo, abbiamo giocato con i telefonini, con gli IPad e abbiamo parlato e cantato: non ce n’era uno senza telefonino!


Erano le 10,30, più o meno, quando siamo arrivati a Pertosa.
Il pullman ha parcheggiato e noi abbiamo preso gli zaini, i giubbotti  e, tutti in fila,  siamo scesi.
Per fortuna il tempo ci ha “sostenuti”, nel senso che è stato bello e soleggiato.
Ci siamo incamminati per andare al museo M.I.D.A. (Museo Internazionale dell’Ambiente).
Per farci conoscere meglio le grotte, la maestra ci ha fatto fare un giro al museo: qui c’erano tanti ruderi e reperti del paleolitico, risalenti a più di 10.000 anni fa.
Alcune persone hanno detto:- Questo museo è pieno di acqua!
In effetti avevano ragione: sembra proprio pieno d’acqua!
Che bello scoprire che in questa zona un tempo ci viveva l’uomo primitivo, che abitava in piccole palafitte, all’ingresso delle grotte!

Erano uomini molto organizzati a vedere le riproduzioni degli oggetti che usavano.
Abbiamo visto una donna del Neolitico che stava su una zattera… una zattera piena di oggetti preistorici, dell’età del ferro e del metallo.
La cosa più emozionante e affascinante è stato quando la guida ci ha detto che per firmare le “opere” fatte sul muro della grotta usavano le mani: le ricoprivano di colore e le sbattevano sul muro, lasciandoci le impronte, a mo’ di firma.


All’interno del museo c’erano riproduzioni di scavi archeologici e speleologici con le attrezzature necessarie e ogni volta che un mio compagno vedeva una pietra tonda diceva che erano “arancini”. Abbiamo visto anche dei video,  la scrittura dei tempi antichi, vasi vuoti, pugnali, coperchi e anche una palafitta. 

Poi su un computer digitale c’erano rasoi e pietre appuntite. Lì c’era anche una strana tavola digitale dove la guida ci ha fatto vedere immagini di antichi reperti e ci ha fatto ascoltare tante informazioni su questi oggetti.
Alla fine la guida ci ha fatto guardare dei video in cui si vedeva l’interno delle grotte.
Molti nostri compagni scattavano foto a tutto: fotografavano persino i video e la guida che spiegava!
Dopo circa due ore, siamo usciti e Luca si è messo a sgranocchiare il panino con il prosciutto e così tutti abbiamo fatto una mini sosta e poi di nuovo in viaggio per le grotte!
Siamo subito arrivati nell’area del pic-nic: qui c’erano tanti tavoli con panchine e tre o quattro  bancarelle  per il mercatino dei souvenir.
C’era anche un ruscello: l’acqua era fredda, ma limpida. E, come sempre, la maestra Anna, spericolata com’è, ci ha fatto pure un giretto dentro: l’ha attraversato per poi farsi fare una foto sull’albero che stava dall’altra parte, sulla riva di fronte.
Qui abbiamo mangiato tantissime cose: la frittata di spaghetti, il Danubio che è una brioche piena di prosciutto e formaggio, e la caprese, tutto preparato dalle mamme.
Poi abbiamo lavato le mani nella cascata e ci siamo seduti per terra, a cerchio, intorno alla maestra e lei ci ha fatto drammatizzare il racconto dell’Odissea: ognuno ha interpretato la sua parte e ognuno aveva una parte diversa.
Mentre noi recitavamo, le mamme ci facevano il video: siamo stati molto bravi.
E, dopo la seconda sosta-bagno, tutti insieme, ci siamo diretti alle grotte con un signore che ci guidava.
Qui tutto è diventato ancora più interessante: stavamo per entrare nelle grotte ed io ho pensato: “Chissà se qualcuno di noi veramente si prenderà così paura da farsi pipì sotto, come ha detto la maestra?!”.
Prima di entrare abbiamo avuto qualche indicazione su come comportarci nelle grotte, per esempio: -Attenti alle stalattiti, perché potete andarci a sbattere con la testa!; -Spegnete i cellulari!; -Non toccate le stalattiti e le stalagmiti, perché ci vogliono circa cento anni per formarne un centimetro e sarebbe un peccato interrompere questo magnifico processo!
Qui, all’entrata, abbiamo visto i colori che usavano gli uomini che vivevano lì, nel passato, per dipingere le pareti.
Poi siamo entrati finalmente nella grotta e abbiamo visto che la natura crea davvero bellissimi spettacoli: erano affascinanti le stalattiti che mi gocciolavano in testa e le stalagmiti!
Che dire, non ho parole!
Si scivolava molto nelle grotte tanto che Pietro si stava facendo male, ma anche Giuseppe si è sentito un poco male ed è tornato indietro.
Noi abbiamo proseguito e camminando, camminando nelle grotte, siamo arrivati su un “sentiero” di ferro: qui abbiamo visto un uomo, uno strano marinaio, che dormiva, anzi era un attore, e noi pensavamo fosse morto. Al nostro arrivo si è svegliato, ma sembrava un po’ubriaco;  ha iniziato a urlare, gridando contro i suoi compagni di battaglia, morti nella guerra di Troia. All’improvviso è arrivato Ulisse e, recitando la sua parte, gli ha detto: “Che cosa fai tu qua? Avevamo detto che dovevo scendere solo io nell’Ade”. Ma lui gli ha risposto che era sceso da morto e non da vivo, come lui.
Così è iniziato lo spettacolo, tratto dall’Odissea, che ci ha raccontato la discesa nell’Ade di Ulisse. Gli attori però ci hanno detto che non avrebbero interpretato tutta alla lettera.
Lo spettacolo è durato circa 1 ora e 30 minuti.
Dopo siamo andati anche sulla barca con Ulisse e il suo amico ubriaco che hanno continuato la loro discussione, accennando pure all’  “accecazione” di Polifemo.
Al ritorno in riva, abbiamo incontrato anche un nemico di Ulisse   che lo accusava di essere un traditore e poi Anticlea, la mamma, e altri personaggi come Tiresia.
A Tiresia Ulisse ha dato una borraccia con il sangue di caprone e così Tiresia, che era un indovino, gli ha detto: “Tu tornerai a casa, insieme ai tuoi compagni, se non mangerete le Vacche Grasse, sacre al Sole. Se invece le mangerete, tornerai a casa da solo”.
Quando è finita la recita, tutti abbiamo applaudito a non finire e ci siamo fatti anche la foto con gli attori e loro ci hanno fatto un sacco di complimenti e poi un attore ci ha accompagnati fuori.
Siamo così usciti, dopo quest’avventura incredibile.
Dopo, ci siamo fermati nel bar per il gelato e, poi, siamo andati a comprarci i souvenir.
Nel pullman, al ritorno, la maestra ci ha fatto fare il karaoke: abbiamo cantato “Occidentali's karma”, “Andiamo a comandare”, “Inno del Napoli”, “Bangkok”, “Il tuo profilo Instagram”, ecc.
Abbiamo anche giocato e parlato: insomma, è stato fantastico!
E’ stata la gita più bella di sempre!!!













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